Atalanta, l'infortunio di Kolasinac è un doppio problema: ora la difesa torna contata

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La nota negativa con cui l'Atalanta è tornata da Marsiglia è l'infortunio che ha rimediato Sead Kolasinac per salvare il possibile 1-1 al quarto d'ora del primo tempo. Uno stacco verso l'alto per anticipare Sarr che era pronto al facile tap-in di testa sul secondo palo: nel ricadere il bosniaco ha sentito un dolore alla coscia sinistra.

Gli esami che dovrebbero svolgersi durante il fine settimana faranno chiarezza sulla natura del problema: la prima diagnosi parla di un risentimento al flessore, ma la preoccupazione espressa da Gian Piero Gasperini nell'immediato post gara – "sembra uno stiramento, vedremo di quale entità" – fa capire che i tempi potrebbero non essere immediati.

"Dovremo capire se potrà essere recuperato per il finale di stagione" ha affermato, confermando le sensazioni negative provate dagli atalantini in presa diretta: il numero 23 nerazzurro non sembrava in grado nemmeno di appoggiare la gamba, almeno inizialmente. E per uno con la sua soglia del dolore, talmente alta che a dicembre voleva giocare con una caviglia gonfissima, la reazione e la smorfia di dolore non possono indurre all'ottimismo.

Il responso medico della risonanza magnetica permetterà di avere un'idea più chiara sulla situazione, ma al momento il rischio che l'annata di Kolasinac sia terminata rischia di essere è abbastanza realistico. Aprendo così un altro grande momento di crisi infortuni in una difesa atalantina che quest'anno non ha potuto praticamente mai contare sul reparto al completo con continuità.

Senza tenere conto di Palomino, ormai fuori squadra e comunque in campo solo per 42 minuti spalmati in 6 spezzoni di partita, da gennaio in poi gli altri cinque interpreti sono stati a disposizione soltanto in tre partite di campionato, contro Sassuolo, Milan e Napoli. Pochissima possibilità di scelta, insomma. Per non parlare delle difficoltà autunnali ad averne tre sani: spesso e volentieri è stato chiesto uno sforzo extra a De Roon, arretrato in più occasioni sulla linea dei difensori.

Ad oggi la situazione vede soltanto tre giocatori a piena disposizione di Gasperini: Isak Hien, Giorgio Scalvini e Berat Djimsiti.Rafael Toloi è fermo ai box per una lesione al bicipite femorale accusata contro il Monza da cui spera di recuperare per la finale di Coppa Italia, anche se, come per Kolasinac, anche per il capitano lo scenario di non poter tornare in tempo per la fine della stagione non è del tutto da escludere. Più, appunto, Palomino.

Una situazione per niente facile con un calendario così fitto e zeppo di partite decisive. Il turnover scientifico applicato da Gasp nelle ultime uscite potrebbe non essere più esercitabile nel reparto arretrato, se non adattando il solito encomiabile De Roon o esplorando situazioni alternative. A Sosnowiec, contro il Raków, nell’ultima inutile partita del girone di Europa League, Hateboer si era adattato a braccetto destro. Farlo però in partite competitive è un discorso un po' diverso.

Che poi potrebbe essere lo stesso applicabile a Giovanni Bonfanti, titolare in Polonia dove ha anche segnato, oltre ad aver giocato un quarto d'ora contro il Napoli in campionato. Gasperini però ha voluto frenare: "Si è allenato quasi tutto l'anno con l'Under 23 facendo una buona esperienza, ma la Serie C non è attendibile". Insomma, troppo poco per il livello a cui ambisce a stare l'Atalanta in questo mese di maggio di scontri diretti.

Difficilmente si vedranno variazioni rispetto a Scalvini-Hien-Djimsiti nel trittico Marsiglia (9 maggio), Roma (12) e finale di Coppa Italia (15), mentre maggiormente possibile sembra essere vederli lunedì all'Arechi contro la Salernitana, ultima e già retrocessa. Non per sottovalutare la partita, ma per provare a dare fiato a chi come Scalvini è fresco di rientro o come Djimsiti non riposa praticamente mai. Con un finale così, potrebbe averne bisogno anche lui. Con l’auspicio che poi gli esami di Kolasinac diano un responso positivo in termini di tempi di recupero.

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