IL DISTINTO, di Riccardo Schiroli / AMICO CHICHI, SCUSA SE QUALCHE VOLTA HO PENSATO CHE NON SEI MICA TANTO NORMALE…

(Riccardo Schiroli) – “Bonny come centravanti non si può guardare”. Nel momento stesso in cui pronunciavo questa sentenza, Bonny recuperava palla, superava un paio di avversari e l’appoggiava sul palo interno per un gol clamoroso. Lasciamo pur perdere che aveva recuperato palla con un fallo netto. Resta l’effetto imperioso della mia sentenza.

Il fallo io non lo avevo proprio visto dal posto 61, fila 21, della Tribuna Centrale Est (ex Distinti). E’ già più grave che non l’abbia visto l’arbitro Giuseppe Collu (classe 1990, da Cagliari) da 2 metri. Come Collu è stato aiutato dal VAR, io ho cercato un replay sull’app di DAZN sul telefonino, come ho visto fare dalle panchine delle squadre tante volte. Comodo, però.

Tornando a Bonny, è vero che ha solo 20 anni e che ha certamente numeri e fisico. Però, confermo che come centravanti non si può guardare. Raramente tiene la palla, quasi mai tira in porta e mai da dentro l’area. Si vede chiaramente che dà il meglio quando può guardare la porta. Per dire: come centravanti mi ha convinto di più Mihaila per quei pochi minuti che è rimasto al centro prima di uscire. Anche se a lui il fisico di Bonny manca.

Cata [Pecchia], dopo avermi fatto disperare perché in campo non c’era un centravanti, mi ha preso troppo sul serio e ne ha messi 2, quando in campo si sono trovati assieme Charpentier e Colak per un 4-4-2 molto in odore di 4-2-4 con Man (più spento del solito) e Partipilo (che, quando l’ho visto giocare io, raramente si è acceso) ai lati del quadrilatero di centrocampo. Il Parma a 2 punte, comunque, mi è sembrato molto più in grado di gestire la partita rispetto al solito Parma con un tridente senza centravanti e un mediano in costante appoggio al tridente. Sia detto per la cronaca.

Nell’esprimere la sua “grande soddisfazione, grande felicità”, Cata, nel dopo partita, ha affermato: “Ho visto grande compattezza e solidità mentale e uno spirito di gruppo bello. Me lo sono goduto.” Tra me e Cata, nella frase precedente, abbiamo infilato 3 “grande”. Crepi l’avarizia.

Cata avrebbe goduto meno se, sullo 0-0, Rachid Kouda, classe 2002 da Cantù, non avesse calciato su Chichizola in uscita. E’ stato il pericolo maggiore corso dal portiere argentino, a parte quando nel secondo tempo Circati lo ha anticipato di testa, sfiorando la traversa. Sarebbe stato un autogol capace di togliere a Comunardo Niccolai il posto che (a suo dire, ingiustamente) gli è stato assegnato dalla storia. Ma per fortuna, l’incornata di Circati non è stata precisa.

Qualche altro pericolo Chichizola se lo crea sempre da solo quando va a spasso per il campo. Essere il portiere del Mister Pecchia non è per niente facile”ha detto ai giornalisti Chichizola.“Chiede tante cose, anche in fase di possesso. Mi chiede di giocare alto alto… Io  mi devo abituare a quello di cui ha bisogno la squadra, di cui ha bisogno l’allenatore. In questo caso, mi chiede di dominare un po’ l’area. Chi comanda è lui e si deve fare quel che dice.”

Quindi, Leandro, ti chiedo scusa per aver esclamato “non sei mica tanto normale”, vedendoti tentare un anticipo di testa fuori area. Avrei dovuto capire che sono ordini di scuderia. E da oggi, sarò sempre solidale con te.

Passiamo a un Cata salomonico: “Ci sono altre 5 partite e vanno giocate”. E’ innegabile. Così, com’è innegabile che probabilmente il Parma sarà promosso pareggiando in casa con la Cremonese e battendo il Lecco. Ma giochiamo una partita alla volta. Come dice il mio neo amico Leandro [Chichizola]: “A Palermo bisogna andare con la testa giusta.” Riccardo Schiroli

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