Così il Dna di una vittima dell'11 settembre ha aiutato la polizia a identificare i resti di una ragazza uccisa nel 1969: la svolta nel cold case

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Il Dna di una vittima dell’11 settembre ha aiutato la polizia a identificare i resti di una ragazza uccisa nel 1969. Il cadavere senza nome, che da poche ore sappiamo essere di Patricia Kathleen McGlone, venne ritrovato per caso da alcuni operai edili nel 2003 mentre stavano ristrutturando il famoso night club Steve Paul’s The Scene, che un tempo ha ospitato alcuni dei più grandi spettacoli musicali americani. "Stavano sfondando il pavimento di cemento e un teschio è rotolato fuori”, ha spiegato alla NBC il detective della polizia di New York, Ryan Glas. La ragazza era stata legata con un cavo elettrico e strangolata. La vittima, che quando è stata uccisa aveva attorno ai 16-17 anni, indossava un anello con le iniziali “PMcG”, corrispondenti al suo nome, e ad un orologio Bulova degli anni ’60.

Addosso le furono trovati anche una monetina del 1969 e un soldatino di plastica, spingendo la polizia a dedurre che la donna avesse un bambino. "In qualsiasi indagine, soprattutto in quella di omicidio, la prima cosa di cui hai bisogno è il nome della vittima, perché ti dà un punto di partenza", ha detto Glas. "Qualsiasi piccola informazione aiuta, soprattutto con i casi irrisolti". Il guizzo finale per arrivare a identificare i resti della McGlone è arrivato dai documenti del DNA accessibili al pubblico, compresi quelli di una vittima degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. Da qui il legame con i resti della ragazza che da oggi ha un nome e, se il team dei cold case della polizia newyorchese continuerà le indagini, forse anche il nome del suo possibile assassino.

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