Palermo, il boss Tommaso Lo Presti festeggia le nozze d'argento nella chiesa dove si trovano le spoglie del giudice Giovanni Falcone

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Hanno rinnovato la promessa di matrimonio – a 25 anni dal giorno delle loro nozze – in un luogo simbolico di Palermo, la chiesa di San Domenico, il pantheon dei siciliani illustri: così il boss di Porta Nuova Tommaso Lo Presti, detto “il grosso”, e la moglie Teresa Marino (anche lei condannata per mafia) hanno consacrato le loro nozze d’argento il 15 aprile scorso nello stesso luogo dove si trova la tomba monumentale che ha accolto, dal 2015, le spoglie del giudice Giovanni Falcone. “Un'offesa nei confronti sia di mio fratello che dell'intera città di Palermo”, ha commentato Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia.

Il complesso in cui è inserita la chiesa – dove sono presenti le sepolture di tanti illustri abitanti dell’isola, da Giuseppe Pitrè a Giacomo Serpotta – si trova in una delle piazze più belle di Palermo, nel cuore del mandamento mafioso di cui Lo Presti era al vertice e dove, ovviamente, non passano inosservati. Per l’occasione lui – scarcerato alla fine del 2023 dopo anni di detenzione per mafia ed estorsione – si è presentato in abito scuro, con gilet, pochette e cravatta color madreperla, lei in abito bianco scollato lavorato con tessuto di pizzo e bouquet di rose rosse. Lo Presti e consorte sono stati accolti dai Padri Domenicani, che gestiscono il complesso, per celebrare la benedizione delle nozze d'argento. Padre Sergio Catalano, frate priore della chiesa, ha commentato di aver saputo chi fosse l'elegante coppia solo leggendo le notizie del sito d'informazione Palermotoday. “Se avessimo saputo per tempo quale realtà essi rappresentavano, non avremmo mai dato seguito alla loro richiesta”, ha aggiunto Catalano che parlando di “sotterfugi” dei mafiosi per “poter accedere ai sacramenti” sottolinea che “il denaro ricevuto in offerta, che ammonta a 400 euro, verrà messo a disposizione, così come avviene per tutte le altre offerte che riceviamo, per finalità sociali”.

“San Domenico – sottolinea amareggiata la sorella di Giovanni Falcone – è due volte sacra, per la chiesa e per la comunità perché qui riposano i palermitani più illustri e che sono d'esempio per tutti. I mafiosi sono assassini e spietati criminali e se i boss tentano con l'arroganza e il cattivo gusto di accreditarsi agli occhi della comunità noi risponderemo chiaramente con la cultura e con l'impegno”. “I religiosi di San Domenico – conclude Maria Falcone, in una nota diffusa dalla Fondazione Falcone – non si sono resi conto dell'errore che stavano per compiere. Tuttavia, credo sempre nella buona fede dei Domenicani, molto colti e attenti al valore della memoria. Questa pagina molto brutta si chiuderà il 23 maggio prossimo con una affollatissima, bella e sentita funzione religiosa a San Domenico per ricordare le vittime della strage di Capaci e idealmente tutte le vittime di mafia”.

Dopo la cerimonia a San Domenico la coppia ha festeggiato, nei limiti temporali concessi perché lui è sorvegliato speciale, in una villetta con tanto di intrattenimento musicale di due noti cantanti neomelodici. Lo Presti “il grosso” (per distinguerlo dall'omonimo detto “il lungo”) ha 48 anni. Dopo il suo appresto nell'operazione Iago nel 2014, gli investigatori scoprirono il ruolo della moglie che il giudice che l'ha condannata descrive così: “Teresa Marino durante il periodo della sua detenzione domiciliare (in concomitanza con quella carceraria del marito), riceveva presso la sua abitazione tutti gli esponenti di spicco del mandamento mafioso di Porta Nuova e impartiva loro indicazioni e direttive proprie e del marito, condividendone le strategie criminali. I sodali mafiosi dell'organizzazione, inoltre, si rivolgevano alla donna anche per dirimere questioni e tensioni interne al sodalizio”. Il 15 aprile la coppia ha così deciso di festeggiare le loro nozze d’argento nel modo più eclatante possibile: a pochi metri dalle spoglie del giudice Falcone.

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