Terremoto del Friuli, 48 anni dall'Orcolat che uccise 990 persone. Poi la ricostruzione modello e la nascita della Protezione civile

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Il 6 maggio 1976 un terremoto di magnitudo 6.4 durato un minuto ha devastato più di 100 Comuni del Friuli uccidendo 990 persone, ferendone 3mila e distruggendo case, chiese, monumenti. Il disastroso sisma, definito in friulano l’Orcolat – essere mostruoso che la tradizione popolare locale indica come causa dei terremoti – fu avvertito in quasi tutta l’Italia centrosettentrionale e fu seguito da numerose repliche, alcune delle quali molto forti e altrettanto devastanti. Oggi ricorre il 48esimo anniversario e una commemorazione organizzata dalla Brigata Alpina Julia si è svolta il 4 maggio nella caserma Goi-Pantanali di Gemona – dove la scossa del 1976 provocò il crollo di una palazzina e la morte di 29 militari di leva.

Nel Duomo di Gemona del Friuli sarà celebrata una messa in memoria di tutte le vittime. La commemorazione sarà l'occasione per ricordare la solidarietà dimostrata a livello nazionale e internazionale nel prestare i primi soccorsi alle aree terremotate e per riportare l'attenzione sulla rinascita, in poco più di 15 anni, delle zone colpite grazie a un approccio alla ricostruzione che è stato denominato “modello Friuli”. Un percorso basato sulla corale e compatta mobilitazione del popolo friulano, in testa i sindaci, la comunità ecclesiale e le forze imprenditoriali, sotto il coordinamento del Commissario straordinario Giuseppe Zamberletti, che sei anni dopo il sisma fu nominato Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile, risorsa che emerse e si strutturò per la prima volta in Italia proprio nel post terremoto del 1976.

Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in un post su Facebook ha ricordato l’anniversario: “Quarantotto anni fa, il cuore del Friuli è stato scosso da un terremoto che ha lasciato un segno indelebile nelle vite di tante persone. Oggi, ricordiamo con rispetto e solidarietà coloro che hanno vissuto quel tragico momento e gli eroi che si sono impegnati nel soccorso. La forza della comunità friulana ha dimostrato che anche nelle situazioni più difficili, l'unità e la resilienza possono superare qualsiasi avversità”.

“Si è trattato di un momento fondamentale per la storia dell'assistenza alle popolazioni colpite da eventi catastrofici”, ha ricordato dal canto suo il commissariato straordinario al sisma 2016, Guido Castelli. Una fase, post-sisma, del Friuli che “pose le basi per la nascita del Servizio nazionale di Protezione Civile nel 1981. Per la prima volta furono individuati gli organi ordinari (ministro dell'Interno, prefetto, commissario di governo nella Regione, sindaco) e straordinari della Protezione Civile (commissario straordinario)”.

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