IL GALLO DI CASTIONE / MISTER, PER PIACERE, COL LECCO GIOCALA GIUSTA…

(Il Gallo di Castione) – Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso e una bottiglia di barolo per non mandare affanculo nessuno nel mentre. Oggi, per esempio, mi sono alzato con un quesito in testa, perché il momento della nascita si chiama 'parto' e non 'arrivo', poi riflettevo sulla Grande Muraglia, se è stata inserita tra le nuove sette meraviglie del mondo perché è l'unico prodotto cinese che dura più di 3 settimane, e su altri dubbi inutili della Festa della Liberazione.

Poi ho deciso di ridere, perché l'alternativa è troppo triste, inoltre occorrono meno muscoli per sorridere che per essere imbronciati, quindi non sono solo fastidioso, col mio sorriso ebete stampato, ma pure pigro.

Che ieri sera ho conosciuto un vegano, agnostico, naturista, membro di Greenpeace, esperto di maratona/yoga, così ho tagliato un salame mentre lui mi parlava della fine del mondo, poi mi sono acceso un sigaro e bevuto un cognac mentre lui mi parlava del Tibet. E mentre lui spiegava tutto della natura pensavo che, in base ai miei calcoli, quest'anno ho speso circa 50 € per vedere delle banane diventare marroni e poi nere nel portafrutta della cucina, e ancora quando lui mi parlava di scalare una montagna io pensavo "Con l'impegno e la perseveranza puoi ottenere tutto ciò che vuoi" e nel mentre tentavo di raggiungere il telecomando con il piede. Quindi, gli dico, ti piacciono i viaggi e la musica: pazzesco, io invece sono appassionato di cartelle di Equitalia e infezioni alle vie urinarie…

Ci son cascato un altra volta, mi creo da solo le tempeste e mi lamento quando inizia a piovere, per fortuna ho ammucchiato con l’età il dono della sintesi, nel senso che alle volte qualcuno mi fa discorsi lunghissimi che il mio cervello riassume con "è un coglione". Così stamattina gli mando un WhatsApp. A proposito, si dice affanculo o 'fanculo? Perché voglio che questo messaggio di ringraziamento per avermi illuminato sia perfetto, preciso e perfetto.

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Che partita è stata col Palermo. Fatemi concentrare che dopo una bottiglia di Aglianico faccio fatica a ricordare. Il rumeno di destra e il formaggio svizzero coi buchi son tornati nella loro. Il centrocampista evanescente (da Chi l’ha visto?) e l’esterno inconcludente, belle azioni fini a sé stesse. A voler essere sinceri Man il suo compitino lo ha fatto, assist compreso, ma senza acuti. Mihaila, invece, manco il compitino, rimandato a data da destinarsi.

Il mister si è ricordato, oppure si è accorto, che la coppia centrale più meglio assai la fanno l’australiano e il venezuelano, così ha preso la palla al balzo (come abitualmente fa il cadtratore di canguri) e si è mangiato un Pabellón Criollo, in onore dello stopper che spesso gioca bene, ma altrettanto spesso poi ci pianta una gatta. Ma stavolta ci ha messo la pezza il portiere argentino, che per una volta, non è uscito nella Pampa a farsi un giro di tango.

La formazione iniziale potrebbe essere la formazione tipo, coi due mediani dietro Bernabè, per poi trasformarsi in iperoffensiva e alla fine molto prudente (al Cabriolet abbiamo richiamato le famose barricate di Parma del ’22). Praticamente da un “vediamo che succede” a “quasi quasi ci provo”. sino a che Pecchia è tornato dal fornaio per curare la micca, e ci ha trovato Cornelia, madre dei Gracchi (tra cui Caio e Sempronia) e moglie di Aureliano, si diceva della di lui dell’arbitro dal fornaio che cercava baghette stantie. Ma poi ci torniamo…

Dopo il SudTirol, anche il Palermo ha picchiato duro sui garletti di Bernabè e non solo, come già successe, dal tabellino risultano più cattivi i Crociati, con lo Spagnolo cornuto e mazziato, di nuovo ammonito come a Bolzano. Così la di lei legittima (del direttore di gara), già campionessa di ciclismo specialità senza sellino, dopo una fuga solitaria, nota un pastore di bufale con la mandria di bufali e si apparta dietro un cespuglio a far le mozzarelle…

Un rapido commento sulla telecronaca di Sky, che introduce termini cari agli intellettuali sportivi, tipo "ostico", di un certo "lignaggio", finendo per definire fulmineo Man. Nonostante questo, la prudenza e la paura spuntano le punte, sebbene 14 tiri (ma solo 4 nello specchio contro 2 degli isolani) potevano avere esito migliore, perché quando non prendi gol (terza volta in stecca) basta poco per vincere la partita.

E adesso ? Dobbiamo vincere col Lecco e fargli tanti gol, perché ci potrebbe (forse mai) servire la differenza reti. Se vogliamo ci aspetta la partita che potrebbe decidere il campionato, e la giochiamo in casa contro l’ultima in classifica. Una raccomandazione al Mister, giochiamola tutta, sta partita, con “leggerezza” e convinzione, ma, se possibile, senza esperimenti tattici e di formazione. Poi ti lasciamo sfogare, gioca con sei punte e un bagnino, metti Mihaila stopper, insegnagli il rimpiattino. Ma col Lecco giochiamola giusta: vinta quella non ci ferma più nessuno, ma non possiamo sbagliare. Per piacere.

In tutti noi si annida un poeta, imbavagliatelo per carità, che mi è rimasto un solo neurone ma guarda quanti danni che fa. Non me la canto, non me la suono e soprattutto non me la sento, a volte mi mancano le parole e do i numeri, intanto il mio cane scorreggia, annusa l'aria, mi guarda con aria oltraggiata e se ne va. Ha un futuro in politica: che momento storico soddisfacente, per chi aspira a fare una vita di merda... Il Gallo di Castione

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